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In questo articolo noi di Dolce Lucio vogliamo parlarti della stampa a caldo e vogliamo farlo nel migliore dei modi. Quindi, se davvero vuoi saperne di più, ti consigliamo di rimanere sul nostro articolo, augurandoti buona lettura!
Ebbene sì, oggi ti parliamo di stampa a caldo, ma prima di parlarti della tecnica che arriva ai giorni nostri, vogliamo fare un piccolo passo indietro e andando alle sue origini.
Stampa a caldo: le origini
Devi sapere che l’origine della stampa a caldo va ricercata nella figura di Ernest Oeser, un famoso inventore tedesco, che nel 1892, fu il primo ad ottenere il brevetto per un macchinario adatto alla stampa a caldo, dando vita così alla sua personalissima produzione.
Per quanto riguarda la diffusione di questa tecnica, dobbiamo aspettare però gli inizi degli anni 50, per poi arrivare alla sua escalation, che ebbe il suo culmine in termini di popolarità negli Anni ’70. Dopo gli anni 70 infatti, è ufficialmente diventato il metodo preferito e maggiormente utilizzato per la decorazione di packaging e prodotti in plastica e carta.
Fatto questo piccolo accenno storico, andiamo adesso a conoscere la tecnica.
La stampa a caldo è un processo di stampa per la decorazione di oggetti che permette di realizzare disegni, loghi, testi, ologrammi, ecc.
Il procedimento consiste nel trasferimento di colore dal foil (nastro contenente pigmento di colore) alla superficie dell’oggetto da stampare, per mezzo del calore e della pressione esercitate dal macchinario.
Tutti i parametri di stampa (intensità del calore, tempo di stampa, pressione di stampa, archivio dei dati per ripetizione di lavori già eseguiti, ecc.) sono gestiti ed impostabili dalla macchina.
I fondamentali pregi della stampa a caldo sono:
- Qualità e resa del colore: con nessuna altra tecnica si riesce ad ottenere la qualità e la brillantezza del colore, soprattutto nei colori oro, argento e bronzo;
- Resistenza nel tempo: rispetto ad altre tecniche di decoro, la stampa a caldo ha una resistenza ed una durata nel tempo molto maggiore;
- Non produce rifiuti pericolosi: rispetto ad altre tecnologie l’unico rifiuto prodotto (foil di scarto) può essere eliminato nella comune spazzatura. È un procedimento “a secco” (non necessita di solventi). Tutto ciò va incontro alle sempre più crescenti esigenze di sostenibilità ambientale.
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